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Perché il cavolo di Juan Sánchez Cotán ci sembra così contemporaneo?

Piero Bisello

Bruxelles. Bozar dedica una mostra alla natura morta spagnola (che presto sarà anche ai Musei Reali di Torino), e ci ricorda come breve sia lo spazio che separa natura morta e ready made.

Non c’è nulla come un cavolo, matassa rotonda di foglie ruvide e spesse, per creare una straordinaria opera d’arte. Si potrebbe pensare che ci stiamo riferendo a una sorta di ‘objets trouvés’ e al gesto duchampiano di mettere un orinatoio in mezzo a una galleria. Ma non è così. La mostra intitolata Spanish Still Life attualmente a BOZAR (Bruxelles) che oltretutto include Natura morta con mela cotogna, cavolo, melone e cetriolo di Juan Sánchez Cotán, sembra mostrare un altro modo di trasformare cavoli in pezzi da esposizione.

L’idea di fondo ha una storia relativamente lunga. In seguito al successo delle nature morte di Francisco de Zurbarán esposte al BOZAR nel 2014 il museo ha deciso di dare un’ulteriore opportunità al pubblico di ammirare altri dipinti simili. In collaborazione con lo storico dell’arte Ángel Aterido Fernández, e con il supporto dagli studiosi del Prado di Madrid, BOZAR ha messo insieme una raccolta di nature morte che copre un arco temporale di più di quattro secoli, con artisti noti come Goya, Picasso e Mirò, ma anche autori come de Pereda.

Quando si tratta di XVI e XVII secolo, il genere della natura morta è solitamente associato ai grandi pittori olandesi e italiani. Spanish Still Life rivela come, in realtà, anche i loro colleghi spagnoli non siano stati da meno. Oltretutto, il confronto tra natura morta spagnola e quella fiamminga può essere approfondito anche fuori da BOZAR; importanti collezioni di arte fiamminga sono infatti disponibili, a pochi passi dal museo, al Belgian Royal Museums o, poco più in là, alla Snijders & Rockox House di Anversa.

Un più serrata conversazione fra nature morte spagnole e italiane sarà invece possibile quando la mostra si sposterà a Torino, fra qualche mese. Sarà esibita ai Musei Reali, che hanno co-prodotto la mostra con Bruxelles. In questo caso i visitatori potranno riferirsi ai migliori esempi italiani conservati presso Galleria Sabauda, da poco riallestita.

Torniamo al nostro cavolo. Crediamo che l’interpretazione del bellissimo ortaggio data dal pittore castigliano Juan Sánchez Cotán da sola valga la visita. Non possiamo non essere d’accordo con John Marciani, il curatore del San Diego Museum of Art, che detiene il dipinto, quando afferma che Natura morta con mela cotogna, cavolo, melone e cetriolo è un capolavoro antico per coloro che non amano i dipinti antichi, per la sua semplicità, e la sua qualità quasi astratta”.

Il modo di dipingere di Cotán è insolito per il periodo e per la regione. Le scelte artistiche dell’autore restano un enigma. Come dice Anne Judong, coordinatrice della mostra a BOZAR, “alcuni ritengono che l’attenzione di Cotán per i dettagli, le forme e la composizione sia da intendere in chiave religiosa, e diretta a un simbolismo basato su un suo coinvolgimento più tardo con l’Ordine dei Certosini. Altri contestualizzano la pittura di Cotán nella tendenza a intendere la natura morta come un territorio sicuro e libero, lontano dalle regole e dalle convenzioni dei dipinti religiosi. Con questo espediente gli artisti sperimentavano concetti come la geometria, il naturalismo, o il picaresco, tutti argomenti ampiamente discussi nei circoli clericali e intellettuali della Toledo dell’epoca” Questa interpretazione potrebbe benissimo valere anche per il secondo dipito di Cotán in mostra, Window Fruits and Vegetable, che è di proprietà della Abelló Collection e che è uno dei pochi prestiti privati.

Aterido Fernández sostiene che Natura morta con mela cotogna, cavolo, melone e cetriolo potrebbe addirittura essere un lavoro non finito. In questo modo il suo ‘look’ contemporaneo sarebbe puramente casuale. Ma a questo punto servirebbe un esperimento mentale, nel quale potremmo immaginare che siano proprio caratteristiche ‘non volute’ a far apprezzare un’opera d’arte di una certa epoca alle generazioni future. In un mondo in cui molti artisti sono spinti ad avere controllo totale sulle proprie opere d’arte, l’idea che siano incidenti fortunati a determinarne il successo è alquanto ironica. Picasso docet. Allo stesso modo, l’appeal contemporaneo di Natura morta con mela cotogna, cavolo, melone e cetriolo è senz’altro dovuta alla mancanza di una cornice, che è anch’esso un fatto incidentale, più dovuto a problemi di conservazione che ad una scelta dell’autore.

Dovendo indicare un aspetto negativo della mostra Spanish Still Life, diremmo che il tentativo di costruire una narrativa nazionale lunga più di quattro secoli non ci convince del tutto. E’ piuttosto riduttivo che artisti da Cotán a Mirò vengano accostati solo perché nati in Spagna. Oltretutto, l’enfasi sulla “nazionalità” rimane in superficie, anche perché abbiamo notato che ad alcuni secoli viene data più importanza che ad altri, rendendo cosi debole la scelta dal punto di vista temporale. Una mostra più ristretta, magari concentrata solo sul XVI e XVII secolo, sarebbe forse stata più coerente.

Riteniamo infine che Spanish Still Life, e in particolare i dipinti di Cotán, si godano meglio lasciando da parte considerazioni storiche e geografiche. Indipendentemente dal fatto che l’intenzione degli organizzatori fosse o no quella di focalizzarsi su dipinti antichi che si avvicinano al gusto contemporaneo, crediamo che rinunciare alle categorie storiche, senza per questo volerle tradire o semplicemente dimenticare, sia un modo efficacie per dare più ampia apertura al compasso del pubblico e del gusto.

June 22, 2021