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Sarà Art Monte Carlo l’ombelico della riviera dell’arte?

Stefano Pirovano

Fiere d’arte, istituzioni private sempre più dinamiche, collezionisti facoltosi e raffinati. La costa mediterranea della Francia sta ridefinendo la propria posizione sulla mappa dell’arte contemporanea europea, e il futuro è ormai a pochi passi.

La scorsa settimana i visitatori di Art Monte Carlo, boutique art fair del Principato di Monaco, avranno certamente notato la lunga paratia che, dalla città, impedisce di vedere il mare. Serve a contenere il rumore. Non già quello delle onde del mare, e nemmeno quello inebriante delle Formula 1, che il prossimo 27 maggio correranno la 76esima edizione del celebre Grand Prix. Le paratie servono a contenere i rumori del cantiere che sta rubando al mare quasi 6 ettari, ovvero 60.000 metri quadri di superficie edificabile (progetto a firma del Building Workshop di Renzo Piano, Valode et Pistre e Michel Desvigne).

Il nuovo waterfront di Monte Carlo sarà pronto nel 2025. Oltre a lussuosi edifici residenziali, una nuova marina e un parco verde pubblico, il progetto prevede anche l’ampliamento del Grimaldi Forum, dove ha luogo Art Monte Carlo. Se poi si tiene conto che dall’altra parte dell’Avenue Princesse Grace, verso terra, si trova Villa Sauber, ovvero una delle due sedi del Nouveau Musée National de Monaco (l’altra è Villa Paloma, il museo è stato interamente riorganizzato nel 2010), ecco che è facile immaginare che l’ombelico dell’arte contemporanea monegasca diventerà presto anche quello dell’intera Cote d’Azur. E non è certo un caso che lo scorso anno la galleria De Jonckheere abbia aperto qui una nuova sede, e che nel frattempo sia arrivato anche Fabrizio Moretti, che divide la sua nuova galleria monegasca con Sotheby’s. Le due gallerie, tra l’altro, sono promotrici della Monaco Art Week.

Se si tiene conto delle dimensioni della ricca città-stato dei Grimaldi e del fatto che le date di Art Monte Carlo hanno pericolosamente coinciso con il ‘Gallery Weekend’ di Berlino, la fiera è stata senz’altro positiva. E’ vero, nessuno ha parlato di grandi vendite, ma i pezzi importanti non sono mancati, a partire dalla galleria Michael Werner e dal bellissimo ritratto del torero Juan Belmonte dipinto da Francis Picabia tra il 1940 e il 1941 – sì, è lui il torero che compare in Death in the Afternoon e The Sun Also Rises di Ernest Hemingway. Oppure, in mostra da Robilant + Voena, c’era un Concetto Spaziale di Lucia Fontana del 1967, delicatamente azzurro come la luce naturale che filtra dalla copertura del forum. Sul retro della tela Fontana ha scritto: ‘Possibile che / gli uomini / politici / non comprendano’. Le cose non sono cambiate, caro Lucio. Intanto, tra i più giovani, a Monaco era il momento dell’artista di origine marocchina Latifa Echakhch (presente da Kaufmann Repetto e da Kamel Mennour), che alla vigilia della fiera ha inaugurato a Villa Sauber il suo ‘Jardin Mécanique‘, un significativo passo in avanti dopo il Prix Marcel Duchamp vinto dall’artista nel 2016.

Eppure questo non basterebbe a parlar di futuro se poi, varcati i confini del principato, il sogno finisse lì. E infatti il sogno continua in Provenza, vicino a Grasse, nell’incantevole Moulin des Ribes, grazie a un nuovo progetto supportato dalla collezionista Silvia Fiorucci in collaborazione con il centro d’arte di Villa Noailles di Hyéres. Grazie a 5Rooms, questo il titolo dell’iniziativa, cinque studi di interior design hanno avuto l’opportunità di disegnare fin nei minimi dettagli (e con l’unico obbligo di usare maestranze e artigiani locali) altrettante stanze di un mulino del XVIII secolo. Sono gli studi di Joachim Jirou-Najou, Paul Brissonnet + Alexandre Benjamin Navet, Superpoly, Studio Quetzal, e Zanellato/Bortotto, tutti vincitori in passato della della Design Parade di Hyères. Il futuro delle stanze non è ancora stato annunciato, ma pare che si tratterà di una residenza per artisti.

Il sogno continua ad Arles, dove mancano appena due anni all’apertura del nuovo campus della Luma Foundation. L’istituzione ideata e finanziata da Maya Hoffmann (progetto di Frank Gehry) promette di creare un nuovo polo culturale internazionale aperto a tutte le arti, alla sperimentazione, alle idee. Ne beneficerà anche Marsiglia, dove c’è Art O Rama. La fiera d’arte, che quest’anno va dal 31 agosto al 2 settembre, negli scorsi anni è diventata una tappa obbligata per le migliori gallerie emergenti. E non è tutto. C’è il nuovo parco di sculture del Domain de Muy, creato nel 2014 dal gallerista parigino Jean-Gabriel Mitterrand (visitabile nel periodo estivo), e c’è la collezione d’arte e architettura dello Château La Coste. Senza dimenticare, ovviamente, baluardi storici come la Fondation Maeght, il Musee Picasso di Antibes (il primo piano è in corso di ristrutturazione), o il Musée Matisse di Nizza. Insomma, tutto fa pesare che questa sia già diventata la Riviera dell’arte.

June 22, 2021