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Pauł Sochacki, in bilico sul filo che separa umorismo e politica

Piero Bisello

Introduzione alla poetica e alla pittura di Pauł Sochacki, in vista della prima mostra personale dell’artista polacco da Sfeir Semmler ad Amburgo.

Pauł Sochacki, Fire Department, 2018, oil on linen. Courtesy of the artist.

Pauł Sochacki, Fire Department, 2018, oil on linen. Courtesy of the artist and EXILE gallery.

La prima impressione.

Di Pauł Sochacki al primo sguardo ci ha colpito l’ironia. Due suoi dipinti, in particolare, paiono piuttosto buffi. Uno è nato nel 2018 e non ha titolo. È l’immagine di una nave che galleggia in una sostanza nebbiosa, con una testa d’uomo infelice a adornarle la prua. L’altro dipinto, pure del 2018, si intitola Fire Department, e rappresenta un centauro, che ha delle fiammelle nella pancia e lascia cadere una goccia d’acqua dalla coda per la piantina che sta a terra.

Pauł Sochacki, Untitled, 2018, oil on linen. Courtesy of the artist.

Pauł Sochacki, Untitled, 2018, oil on linen. Courtesy of the artist and EXILE gallery.

Le due opere sono bizzarre dal punto di vista tematico quanto lo sono da quello tecnico. Il colore è dato sulla tela grezza, passando da pennellate solide e ricche di materia a tocchi leggerissimi, che a volte diventano figure in sé. Il contraddittorio tra le scelte formali riflette le stranezze del quel che è dipinto; sagome, in questo caso, che rileggono l’antica mitologia occidentale in chiave surrealista.

Scoperte.

Dopo aver parlato con l’artista, nel corso di un’interessante conversazione epistolare durata almeno un paio di settimane, abbiamo capito che i suoi dipinti possono essere letti in maniera molto diversa da quello che suggerisce il primo sguardo. La loro iconografia è infatti molto più specifica e approfondita di quanto lasciano intendere le stranezze espresse sulla tela. Esiste una complessa narrativa intorno alle figure e ai simboli usati da Pauł Sochacki, così come esistono storie affascinanti che raccontano di come i dipinti sono stati eseguiti e poi esposti.

Per esempio, volendo rivelare qualcuno degli strati nascosti di queste opere, può essere utile citare per intero quello che l’artista ci ha scritto riguardo al modo in cui i dipinti di cui parliamo sono stati mostrati per la prima volta al pubblico.

La mostra è nata spontaneamente. Un amico è venuto a trovarmi da Amburgo. Siamo stati nel mio studio a prendere un tè; ho dipinto due quadri, poi ho guidato fino ad Amburgo. Ho portato con me anche altre due opere. Una è stata messa in una nicchia ricavata nel pavimento; l’altra è stata appesa in una piccola stanza dove abbiamo allestito un tavolo da tè. Si trattava di una sorta di project space. Lo spazio espositivo stava ai margini di un quartiere benestante, e sarebbe stato presto demolito. L’invito della mostra annunciava così la presentazione di un nuovo edificio, con un nuovo progetto di sviluppo per l’area, lasciando intendere che si sarebbe trattato di una stazione dei Vigili del Fuoco. Per costruirla si sarebbero impiegati i senza-tetto del posto, offrendo loro in cambio i servizi sociali necessari. In mostra, insieme ai miei quattro quadri, c’era un modellino architettonico fatto di rifiuti organici che abbiamo trovato nel cassonetto della spazzatura di fronte alla galleria.

Installation shot with view of Untitled, 2018.

Installation shot with view of Untitled, 2018.

Dopo questo primo aspetto, che dice dell’opportunità colta dall’artista, siamo venuti a sapere di più anche riguardo al contenuto dei dipinti

I dipinti parlavano di come si vive in una società che poggia su un terreno debole. La nave rappresenta un specie di ‘zattera’ sociale, catturata da un fantasma che certi venti e flussi dominanti spingono alla deriva. L’opera parla degli schiavismi, di ieri e di oggi. L’altro dipinto, quello con la figura umana e animale, si intitola Fire Department e rappresenta, appunto, una stazione dei pompieri immaginaria. La goccia che sta per cadere sopra la pianticella è stata posta per collegarsi a un’altra opera in mostra, che raffigura la punta di un albero sulla cui cima c’è un gatto che non sa più come scendere.

Pauł Sochacki riesce a completare il passaggio alle tematiche sociali dandoci quella che l’artista considera una chiave interpretativa, ovvero la ‘dimensione umana‘. L’idea ci ricorda gli albori della stagione dell’umanesimo, quando le arti erano viste come uno strumento per comprendere e fronteggiare le problematiche sociali. A questo riguardo, per Sochacki l’arte è ‘una rappresentazione della società in cui viviamo in grado di offrire mappe e grafici che accuratamente ne descrivono la condizione‘. Perciò, aggiunge l’artista, in quanto rappresentazione di questa condizione l’arte dovrebbe permettere un’interazione con lo spettatore di carattere più ‘astratto e personale‘.

Pauł Sochacki, The Labyrinth of Truth, 2017, oil on linen. Courtesy of the artist.

Pauł Sochacki, The Labyrinth of Truth, 2017, oil on linen. Courtesy of the artist.

E questo è anche il luogo dove assurdità e umorismo entrano in gioco. In altre parole, le opere dipinte da Paul Sochacki riguardano problemi di carattere sociale e sono esposte nell’ambito di una precisa condizione sociale (poco importa se reale o immaginaria). Esse continuano tuttavia a parlare il linguaggio dell’assurdità e dell’umorismo, proprio per esprimersi in quella dimensione ‘astratta e personale‘ che l’artista considera essere condizione necessaria all’opera d’arte stessa.

Riguardo al rapporto tra umorismo e politica.

Noel Carroll, studioso tra l’altro di estetica applicata alla’arte, fornisce utili spunti riguardo al rapporto tra umorismo e politica, spunti che portano a considerare i lavori di Paul Sochaki opere con un doppio livello. Secondo Carroll, infatti, l’umorismo non vale solo per il piacere che regala nell’immediato, ma spesso riesce anche ad assumere una funzione cruciale nelle comunità politiche. Ovvero, è in grado di rafforzare le fonti che i membri della comunità condividono interrogandole attraverso il linguaggio scherzoso, o l’azione umoristica.

Agganciandosi al piacere che l’esperienza comica procura, i problemi sociali che tutti condividiamo possono essere espressi, e forse anche affrontati. Questo è anche quel che crediamo faccia la pittura di Sochacky, che riesce a essere buffa e socialmente impegnata allo stesso tempo, per iconografia e contestualizzazione. Questo doppio movimento è l’accoppiamento tra la dimensione sociale e quella personale che la pittura dovrebbe riuscire a interpretare.

L’artista.

Le opere di Paul Sochacki sono state recentemente esposte ad Art Geneve, dalla Exile Gallery di Vienna, e al Leopold Hoesch Museum di Düren, in Germania (qui insieme ai lavori di Raphaela Vogel). È imminente la prima personale dell’artista, promossa dalla galleria Sfeir Semmler, presso la Neue Kunst association di Amburgo.
Ringraziamo Burt Koller per aver letto una bozza di questo scritto a Pauł mentre stava guidando, sulle strade del Sudafrica.

Pauł Sochacki

Pauł Sochacki.

 

June 22, 2021