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Kelly Tissot: affetti invisibili per un mondo danneggiato

Yann Chateigné Tytelman

Attraverso fotografie e sculture Kelly Tissot incanala gli spettri della vita in quella che definisce “la promessa abbandonata dell’utopia rurale”

Come Kelly Tissot – che è nata nel 1995 in Alta Savoia e oggi vive a Basilea – sono cresciuto in una piccola città francese. Come deve aver fatto anche con quelli di Tissot, questo luogo ha impregnato i miei tessuti di isolamento e tristezza, ma anche di bellezza e vastità. La violenza evocata dalle sue fotografie e dalle sue sculture mi è familiare; malinconia, noia e illuminazioni di non-spazi suburbani che attraversano zone non mappate così silenziose da sembrare perdute; anch’io ho cavalcato per i campi umidi e ho conosciuto la paura mista al desiderio nelle notti nere come la pece di queste terre costellate.

Kelly Tissot, “Fuel-soaked snooze (I-XX)”, 2022. Digital UV prints on MDF, stained spruce, vinyl. 108 x 145 cm each. “Cooled comments I,” 2022. Stained fir wood. 190 x 140 x 10 cm Installation view of “Family Portraits,” Forde, Genève (CH). Courtesy of Forde and the artist. Photos credits: Remy Ugarte Vallejos.

Guardando Fuel-soaked snooze, una serie di fotografie che Kelly Tissot ha esposto al Forde Art Space di Ginevra e al Kunst Raum Riehen nella primavera del 2022, si percepiscono la densità, la profondità e il peso di queste ombre rurali. Grandi immagini in bianco e nero di moto da cross illuminate dalla luce di una torcia in quello che sembra essere un fienile abbandonato. C’è qualcosa di austero, ma anche di silenzioso e sublime nel modo in cui queste stampe verticali sono elegantemente esposte a varie distanze l’una dall’altra. Giocando con i vuoti luminosi all’interno della vernice bianca delle pareti e con lo spazio nero profondo e sconosciuto della fotografia intorno ai motori, ai carburatori o alle ruote in evidenza, Kelly Tissot lascia che lo spettatore esplori ciò che si trova silenziosamente tra gli oggetti. “Erano semplicemente lì” mi ha detto di recente. “Ho aperto la porta e le moto erano lì. Ho avuto subito un’intuizione. Mi è sembrato ovvio dover scattare una serie di foto”. C’è anche una certa neutralità nel modo in cui le immagini sono prese, composte e disposte.

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Kelly Tissot, “Fuel-soaked snooze XIII”, 2022. Digital UV print on MDF, stained spruce, vinyl. 108 x 145 cm. Courtesy of Forde and the artist Photos credits: Remy Ugarte Vallejos.

Si potrebbe pensare a un’esplorazione visiva. La macchina fotografica si avvicina alle moto da cross, riproducendo i segni di una specie di segreto culto maschile della velocità e del rumore. Suggeriscono un ingrandimento del soggetto: la verticalità della composizione; la perfezione classica delle cornici di legno; la sensualità delle stampe in bianco e nero a contrasto. “Ho sempre cercato di andare contro i cliché della vita rurale per de-romanticizzarne il paesaggio”. In effetti, le sue fotografie documentano un mondo che giace immobile, ma minaccioso e potenzialmente ostile. Le moto sono animali selvatici addormentati che potrebbero svegliarsi in qualsiasi momento.

Tale violenza potenziale si manifesta anche nella serie di fotografie intitolata Mute, mutt and deadspace (2020). Rovine e macchine incidentate dialogano con ritratti di cani che fissano la fotocamera. È difficile capire se le immagini ci mettono di fronte all’apocalisse di un futuro prossimo o alla semplice documentazione dei margini del nostro tempo. C’è un’atmosfera onirica – ai confini dell’incubo, si potrebbe dire – che cattura una realtà in attesa che qualcosa accada. Si crea un rapporto destabilizzante. Il riflesso della carta fotografica su cui sono stampati i bianchi “anima” l’immagine.

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Kelly Tissot, “Polka III”, 2021, “Polka V”, 2021. Digital UV prints on aluminum, fir wood, 150 x 110 cm each. “Untitled”, 2021. Fir wood, 1000 x 150 x 8 cm. Courtesy of suns.works and the artist. Photos credits: Claude Barrault.
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Kelly Tissot, “Polka III”, 2021, “Polka V”, 2021. Digital UV prints on aluminum, fir wood 150 x 110 cm each. Courtesy of suns.works and the artist. Photos credits: Claude Barrault.
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Kelly Tissot, “Mute, mutt and deadspace”, 2020. Digital UV prints on aluminum, fir wood, 150 x 110 cm each. Kelly Tissot, “Hurdle and locket”, 2020. Fir wood, metal hook. 225 x 125 x 75 cm. Installation view of “Life, Love, Justice,” graduation exhibition Bachelor and Master Art Institute HGK FHNW in Basel, Kunsthaus Baselland, 2020. Photos credits: Christian Knörr.

Come in Fuel-soaked snooze, i soggetti di Mute, mutt e deadspace sono stati ripresi da molto vicino. Non permettono una visione d’insieme del contesto. Immergono lo spettatore in un’esplorazione visiva, quasi tattile, di un universo rotto e metallico. Sono frammentati (re)inquadrati e tagliati, percepiti per porzioni. Da Forde a Ginevra, così come al Kunst Raum Riehen, Kelly Tissot ha presentato anche una serie di sculture, collocate nello spazio in relazione alle fotografie. Astratte da oggetti reali, hanno agito come ideali guardrail di sicurezza che ostruiscono lo spazio frammentandone la percezione. Come dispositivi architettonici tridimensionali, accentuavano il punto di vista “sconnesso” delle fotografie. Certe sculture assomigliavano a panchine o gradinate dalle quali la parte superiore può essere asportata, impedendone l’uso, ma lasciando che la struttura agisca come divisore spaziale, come barriera che organizza il movimento dei visitatori. Così le sculture rompevano la prospettiva, mascheravano parzialmente le immagini, come forme oscure che negano la visione. Ispirate a dispositivi impiegati nel trasferimento degli animali da allevamento nei campi, le sculture sono state ideate riflettendo sullo spazio animando la loro muta presenza per il corpo dello spettatore. “Le considero strutture repressive, forme di controllo e oggetti che in parte evitano la partecipazione” dice Tissot. “Sono oggetti funzionali, proprio come le macchine nei quadri. Ma voglio che vengano percepite come se stessero aspettando qualcosa, come se fossero in stand-by”.

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Kelly Tissot, “Phantom of the valley floor/Twins”, 2022. Steel. 200 x 60 x 60 cm each. Courtesy of Kunsthaus Baselland and the artist Photos credits: Gina Folly.
Kelly Tissot, “Fuel-soaked snooze VII”, 2022, “Fuel-soaked snooze XVI”, 2022. Digital UV prints on MDF, stained spruce, vinyl, 108 x 145 cm each, “Wed to the dawn I,” 2022. Steel, 200 x 120 x 65 cm each. Installation view of “Kelly & Valentina”, Kunst Raum Riehen, Riehen (CH). Courtesy of Kunst Raum Riehen and the artist. Photos credits: Gina Folly.

Spurious Crops, la recente mostra di Kelly Tissot alla Kunsthaus Baselland, presenta una nuova scultura. Si tratta di una struttura ripetitiva di travi d’acciaio adagiate sul pavimento. Potrebbe essere una panchina oppure una gabbia. É un pezzo massiccio e minaccioso; manifestazione fisica e diretta di controllo, persino di costrizione. Ma non permette al visitatore di farne piena esperienza. L’oggetto ha dimensione mentale oltre che formale. Le forme e i materiali attingono ai sentimenti. Cosa si prova a essere imprigionati? Le opere di Spurious Crops affrontano i modi della separazione, ossia la rottura fisica suggerita dalla scultura/gabbia/banchina nei i “tagli” della galleria operati attraverso le partizioni architettoniche (Coating against nostalgia/Cobalt glints I, II e III).

Una nuova serie di fotografie, questa volta di spaventapasseri, fanno da tessuto connettivo(Dubious portrait and improper meeting). Tissot evoca un luogo specifico dell’Alta Savoia, ossia un parco a tema dedicato agli spaventapasseri creati dagli abitanti del territorio. I manichini sembrano esistere tra diversi regni: umano, non umano, reale, fittizio. Le differenti valenze rendono questi luoghi ossessionanti, ricordando le minacciose forze oscure del gusto gotico meridionale descritto da William Faulkner, dove la tensione è tanto invisibile e spettrale quanto cinematografica. Dice Kelly Tissot: “gli spaventapasseri mi interessano perché voglio rivelare la duplicità dell’idillio rurale”. Così ha scattato una serie di “ritratti” di questi personaggi drammatici, riprendendoli da molto vicino. Il risultato è ancora una volta un’immagine fratturata, che mostra vestiti strappati e volti rattoppati, mezzi oggetti, mezzi umani, mezzi personaggi divertenti, mezzi mostri spaventosi. Sono forme di natura poco chiara, forme scomposte e ricomposte, fatte di resti e rovine; sono malinconici collage di collage, frammenti di frammenti. “Mi interessano le idee di isolamento, attaccamento e rassegnazione”, dice Tissot. La precarietà dei soggetti – esseri umani fragili fatti di avanzi e rottami – viene consolidata dallo strato in pelle su cui le fotografie sono stampate prima di essere montate su tela. Questo processo funziona anche come un rattoppo, dall’incorniciatura delle immagini al montaggio sulle strutture che le sostengono; collega composizioni sempre diverse alle stesse idee di maneggiare e risanare, rendendo lo spaventapasseri non solo spaventoso, ma anche vulnerabile e composito.

Kelly Tissot, “Dubious portrait and improper meeting/Schoolgirl I”, 2022, “Dubious portrait and improper meeting/Schoolgirl II”, 2022 Digital UV prints on faux leather. 290 x 210 cm each. Courtesy of Kunsthaus Baselland and the artist Photos credits: Gina Folly.
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Kelly Tissot, “Dubious portrait and improper meeting/Grower”, 2022. Digital UV print on faux leather. 290 x 210 cm. Installation view of “Spurious Crops”, Kunsthaus Baselland, Baselland (CH). Courtesy of Kunsthaus Baselland and the artist Photos credits: Gina Folly.

Tissot osserva pazientemente e silenziosamente quella che definisce “la promessa abbandonata dell’utopia rurale”. In Dubious portrait and improper meeting gli spaventapasseri sono fotografati da così vicino che le loro immagini diventano paesaggi. I collage strappati di pezzi di tessuto frammentati che fungono da abiti per gli spaventapasseri aprono un mappa davanti ai nostri occhi. In The mushroom at the end of the world Anna Tsing riflette su come le fragili forme di vita e i nostri ambienti precari sono strutturati attraverso dei “patch” in una serie di spazi omogenei che differiscono da ciò che li circonda. Per Tsing la vita si basa su un mosaico di disposizioni aperte e aggrovigliate di forme e processi, a loro volta composte da altri complessi “arazzi” di ritmi, temporalità, spazi e scale diverse. Dietro il quotidiano e l’indifferente Tissot rintraccia le strutture nascoste e le cose animate, i segni “carichi” di significato che si celano sotto il paesaggio materiale. Come fantasmi muti o visioni silenziose le sue opere gettano bagliori di luce – oppure lampi di oscurità – sulla dimensione contraddittoria e distrutta di una cultura divisa. Ci mettono in contatto con gli affetti invisibili per affrontare un mondo danneggiato.

November 22, 2022