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Chi dice che l’arte che parla di altra arte è noiosa? Christian Jankowski da Petzel

New York. Petzel ospita la terza mostra personale di Christian Jankowski e l’artista tedesco conferma di essere un maestro nel creare arte dall’arte.

Artista concettuale capace di lavorare medium diversi, Christian Jankowski ha fatto delle collaborazioni con altri artisti un tratto importante della propria storia. Da Berlino, dove vive e lavora, l’artista tedesco ha lasciato la propria impronta sulla scena dell’arte internazionale con il video intitolato The Hunt (1992), nel quale Jankowski usa arco e frecce per cacciare cibo in un supermercato – tirando a tutto ciò che gli serve per sopravvivere una settimana, dal pollo congelato alla verdura, dalla burro alla carta igienica.

Da allora Jankowksi ha ambientato opere in un casinò e nell’ufficio di uno psicoterapista; ha ricreato film porno collaborando con un cartomante e con un pastore evangelico televisivo; ha girato film con aspiranti attori a Cinecittà, organizzando una conferenza di pupazzi celebri per discutere il ruolo dei pupazzi nei media; ha convinto un battitore di Christie’s a vendere le proprie braghe, e ha fuso in bronzo sculture di artisti di strada che mimano statue celebri.

Invitato a tenere la propria terza personale da Petzel nel gennaio del 2017, Jankowski ha trasformato la mostra in una protesta contro l’elezione di Donald Trump. Sebbene fosse ancora fresco della propria esperienza come curatore di Manifesta 11 (2016), Jankowski era in effetti pronto per presentare il propri lavori più recenti. Ma quando si è deciso di posticipare la mostra fino all’estate del 2018 l’artista ha deciso di presentare una selezione di tutte le opere che aveva creato nel corso dell’anno precedente – e che straordinario periodo di produzione si è rivelato esser stato per lui!

La mostra di Jankowski ora in corso da Petzel a New York si intitola infatti ‘2017’. Presenta quattro nuove serie di lavori che impiegano fotografia, pittura, disegno, scultura, e installazione. C’è anche un cinema in miniatura per assistere alla proiezione di tre nuovi video.

Nella serie intitolata ‘Massage Masters’, certi maestri massaggiatori giapponesi massaggiano sculture a Yokohama. Si tratta di fotografie e di una video installazione da vedere seduti su un lettino da massaggio. Per la serie di disegni intitolata ‘Me in the Eyes of Another Actor’ Jankowski ha invitato due artisti di strada parigini a ritrarsi a vicenda, ma con il viso di Isabelle Huppert, o quello di altre celebrità come George Clooney and Emma Watson, riprese dalle immagini che loro stessi usano per provare le proprie abilità artistiche.

L’installazione Walking Logic mette bastoni da passeggio incisi a mano da un artigiano quasi ottantenne di Bratislava a sostegno di immagini tratte da internet che rappresentano personaggi celebri – da Rembrandt a Georgia O’Keefe, fino a Fred Astaire e Rihanna – mentre a loro volta usano bastoni da passeggio.

Ma è la serie dei dipinti ad occupare la maggior parte dello spazio espositivo, e dunque a chiede maggiore attenzione. In questo caso il lavoro parte da immagini trovate in rete di persone in posa all’interno di scenografie che ricreano dipinti celebri. Poi Jankowski spedisce le immagini in Cina a un azienda che produce dipinti e che quindi riproduce a grandezza naturale gli originali grazie al lavoro di pittori professionisti specializzati nel replicare dipinti occidentali.

Un gruppo di dieci diverse reinterpretazioni di autoritratti dipinti di Vincent van Gogh incontra alcune opere iniziali della Neue Malerei, per quello che Jankowski vede come un percorso nella storia dell’arte. In queste opere, come negli altri dipinti della serie, una parte della tela rimane bianca, con lo scopo di mostrare la differenza tra l’immagine trovata online e il dipinto originale. Tra le scenografie c’è anche quella dei Mangiatori di Patate di van Gogh, trasformata in un poster da Ikea per incoraggiare le famiglie a magiare insieme.

È da certi dettagli che emerge il sottile umorismo di Jankowski. Per esempio, nella reinterpretazione del dipinto Mr. and Mrs. Clark and Percy di David Hockney (1970), gli attori del tableau vivant non avevano un un gatto bianco come Percy, che siede sul ventre del signor Clark. Al suo posto hanno messo un amico, vestito di bianco. Allo stesso modo, volendo ricreare la celebre Anthropométrie di Yves Klein – dipinto performativo in cui l’artista dirige un gruppo di giovani donne che trasferiscono con il proprio corpo il pigmento sulla tela (1960) – Jankowski ha chiamato alcune studenti austriaci che timidamente hanno reinterpretato la performance vestite di body e calzamaglia da danza.

A questo punto non possono mancare gli Old Masters. ‘La ronda notturna’ di Rembrandt viene dall’immagine da un festival dedicato al tableau vivant che si tiene ogni anno in California, e di cui Jankowski è venuto a sapere da un articolo del New York Times. L’immagine fotografica coglie le ombre degli attori proiettate sulle comparse dei personaggi dipinti sullo sfondo – un dettaglio che il pittore cinese che ha dipinto la scena ha ingenuamente mantenuto nella sua rappresentazione. In questa logica anche la Deposizione di Jacopo Pontormo diventa una messa in scena, poi ridipinta da un cinese.

L’unica scultura del 2017 è messa in relazione con uno dei video proiettai nel mini-cinema. Jankowski ha prodotto Zeitgenössische Verabschiedung (Addio contemporaneo) in occasione della festa di pensionamento data in onore del direttore del Museum für Zeitgenössiche Kunst di Leipzig – si tratta di una pila di calchi di contenitori per pezzi di batteria a cui sono associati la registrazione del battito cardiaco e un discorso pubblico. La scultura dialoga con un video di una decina di minuti dedicato alla mostra inaugurale del direttore del MSU Broad Art Museum (Michigan). Titolo del video: What Could Possibly Go Wrong…

Avendo già lavorato con Jankowski in passato, il nuovo direttore del Broad Museum, Marc-Olivier Wahler, aveva chiesto all’artista di creare qualcosa di speciale per ‘The Transported Man’, la prima mostra del suo mandato. Nel video Wahler sta per essere chiamato sul podio per fare il proprio discorso di insediamento, quando Jankowski avverte la platea che il direttore è prigioniero di un alligatore. Un giornalista televisivo e un cameraman seguono Jankowski che corre per le gallerie del museo (disegnato da Zaha Hadid) in aiuto del direttore. Ma l’alligatore attacca e inghiotte Wahler prima che l’artista possa intervenire. Il giornalista intervista il direttore ora nello stomaco della bestia – e il direttore dice che l’arte è rischio e spettacolo, e che bisogna esplorare nuove vie di comunicazione per portare gli uomini a nuove destinazioni. Poi Wahler visita la mostra, e torna al lavoro ne suo nuovo corpo.

Divertente e acuto, Jankowski è un mago nel creare arte dall’arte, dimostrando con l’arte è sempre presente, appena sotto la superficie, in tutte le cose che vediamo e facciamo. Per rivelarsi ha solo bisogno di artisti intelligenti e del medium adatto.

June 22, 2021