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Alice Guareschi e il quadrante per orologio dell’M Museum

Piero Bisello and Alice Guareschi

Guardiamo con Alice Guareschi un prezioso quadrante con ore e calendario dipinto nel XVI secolo attualmente nella collezione del M Musem Leuven.

A prima vista, nelle opere di Alice Guareschi c’è una sorta di semplicità che lascia a chi guarda pochi elementi a cui aggrapparsi — una frase, una scacchiera, uno specchio. Ma questa è solo la prima impressione. Uno sguardo più riflessivo e informato rivela quanto questi elementi primi non potrebbero essere più distanti dall’essere semplici, in quanto Guareschi li riempie di significato — per non parlare di una peculiare ironia — isolandoli e presentandoli come opere d’arte, rendendoli parte di un progetto intellettuale. Per il nostro ‘At The Show With The Artist’ abbiamo guardato con lei il ‘Time and Calendar Dial’, un dipinto del XVI secolo proveniente dalle Fiandre, oggi conservato al M Museum di Leuven. All’origine quadrante di un orologio, il dipinto, ricco di dettagli, racchiude in sé innumerevoli livelli di significato. Pochi oggetti potrebbero essere visivamente più distanti dalle opere di Alice Guareschi, eppure pochi oggetti potrebbero essere altrettanto investiti di pensiero.

Un tuo lavoro del 2014 si intitola ‘Ogni orologio è un labirinto’. È una frase misteriosa, dal momento che non è facile intuire quali proprietà un orologio e un labirinto abbiano in comune. L’orologio il più delle volte è uno strumento usato per chiarire qualcosa circa una determinata situazione, come l’ora presente e le sue possibili implicazioni zodiacali, o le caratteristiche di una certa stagione, ecc. Il labirinto invece è uno strumento che cerca proprio di sfuggire alla chiarezza, imponendo dei puzzles a chi lo percorre. Cosa ti affascina in questa frase, tanto da usarla in un tuo lavoro? E se ogni orologio è un labirinto, pensi che l’orologio del ‘Time and Calendar Dial’ sia un particolare tipo di labirinto?

La frase si riferisce al punto di intersezione invisibile tra due dimensioni: il tempo e lo spazio. Sia il tempo misurabile che quello incommensurabile, e i diversi tipi di spazio. Non ha a che vedere con le caratteristiche o le funzioni di quelli che tu stai giustamente chiamando “strumenti”, quanto piuttosto con il potente riverbero di queste due immagini. Immagini che alludono, senza volerle definire, a due dimensioni con cui ci confrontiamo silenziosamente ogni giorno: l’infinito irriducibile, l’immensità dello spazio, il tempo incalcolabile e sovrumano; e il gesto quotidiano e contingente, l’azione inevitabile e costante della scelta e dello sguardo. Penso al labirinto come a un possibile modo di relazionarsi al presente — come uno spazio destinato ad essere percorso, un tempo di successioni rapide da ricomporre, una quantità variabile di scelte da operare, una serie di elementi da associare l’un l’altro, ma di cui cogliere però anche il singolo riflesso cangiante. E, in quanto essere umano, ho fatto esperienza dell’estrema relatività del tempo, come un minuto può diventare un anno e viceversa, a seconda del modo in cui percepiamo o ricordiamo le cose. Il ‘Time and Calendar Dial’ non è soltanto una magnifica opera d’arte, ma anche un’immagine incredibilmente densa: le ore del giorno e della notte, i giorni, le stagioni, i pianeti, i segni dello Zodiaco, le attività lavorative associate ai dodici mesi… Anche qui, la misurazione oggettiva e la prospettiva umana inevitabilmente si sovrappongono. Quindi, sì, un altro tipo di labirinto.

Nel corso della nostra conversazione accennavi al fatto che la tua opera del 2010 ‘I giorni e le ore’ ha a che vedere con un certo modo di relazionarsi al tempo. Puoi parlarci di come intendi questa particolare esperienza, e se ci sono analogie tra la concezione del tempo che esplori in quell’opera e quella rappresentata dal quadrante del M Museum?

Nella composizione in ceramica ‘I giorni e le ore’, il tempo — in quanto crea costantemente figure e disegni più o meno durevoli nello spazio — è concepito come un gruppo accidentale ma anche inesorabile di forme fragili. Penso a quest’opera come a una specie di snapshot, un’istantanea: la cristallizzazione di un momento così com’è, ma che non è già più quello che era un attimo prima. I sette solidi sono disposti sulla superficie quadrata in una posizione allo stesso tempo casuale e inevitabile, che è simile ma non la stessa negli altri cinque pezzi che chiudono la serie. Una diversa immobilità, così come ogni istante è una scena differente, e siamo diversi anche noi stessi — i soggetti, gli spettatori — minuto dopo minuto. Da questo punto di vista, direi quindi che la relazione con il ‘Time and Calendar Dial’ somiglia a quella della parte con il tutto.

Parliamo, più in generale, del tipo di ricerca artistica che porti avanti tu e del tipo di arte a cui appartiene invece il quadrante. Ci sono molte similitudini e differenze tra loro, tra cui alcune meno ovvie di altre. Per esempio, che sia necessario conoscere alcuni fatti legati all’opera per farne un’esperienza estetica completa può essere vero sia per il tuo lavoro che per il ‘Time and Calendar Dial’. In altre parole, in entrambi i casi l’esperienza estetica non si esaurisce in un’impressione visiva, ma il fatto di avere alcune informazioni in più la arricchisce fortemente. Sei d’accordo con questa interpretazione? Pensi che il piacere estetico che si prova alla vista del quadrante dipenda anche dalle molte cose che possiamo imparare al suo riguardo? E quanto di questo aspetto dell’esperienza estetica è consapevole in te quando produci le tue opere?

Non credo di essere d’accordo con questa interpretazione del mio lavoro, ma è certamente corretta per il ‘Time and Calendar Dial’, che è un’opera realizzata intorno al 1500. A quell’epoca, e anche in seguito, le opere d’arte erano portatrici di significati religiosi e simbolici, molto più di quanto non avvenga ora, incarnavano la ricchezza e il potere, ed erano fatte per ragioni diverse da quelle che muovono gli artisti oggi. Se vogliamo “capirle”, leggere tra le righe, andare oltre il piacere estetico e la meraviglia di fronte alla loro bellezza, dobbiamo studiarle e interpretare simboli il cui significato è andato perduto nel tempo presente. Dobbiamo sapere chi ha commissionato l’opera, o perché e dove è stata fatta, per quale motivo, ecc. Se, come tu dici e come io mi auguro, anche le mie opere non si esauriscono in un’impressione visiva, non è perché trasmettono dei “contenuti”, o nascondono qualcosa di più importante che potrebbe essere rivelato attraverso una spiegazione, ma forse al contrario perché aprono uno spazio per pensare e per porsi delle domande. Quello che cerco di fare come artista è materializzare delle idee, trasformandole in oggetti. L’esperienza estetica di chi guarda viene dopo, e non dipende da me.

Torniamo un attimo indietro ai fatti legati all’opera: molti di quelli connessi al ‘Time and Calendar Dial’ sono una una sorta di resoconto etnografico della società fiamminga nel XVI secolo. Da questo punto di vista, i dipinti sul quadrante mostrano le differenti attività lavorative svolte sia dai contadini che dalle classi agiate, così come vi sono descrizioni delle attività ludiche. Nel complesso, l’opera è un autoritratto della società in cui è stata creata. Questo elemento etnografico presente nel ‘Time and Calendar Dial’ è qualcosa che ti colpisce in modo particolare? È qualcosa che ti interessa nel tuo lavoro?

Direi di no. Quando guardo il ‘Time and Calendar Dial’, per prima cosa sono affascinata dall’idea che un oggetto bidimensionale racchiuda così tante scale di tempo differenti su un’unica superficie. Le scene fiamminghe sono davvero belle da osservare, sono piene di dettagli sorprendenti e hanno colori incredibili, ma non fanno l’opera ai miei occhi. È la struttura del quadrante a farla. E per rispondere alla tua ultima domanda: no, l’etnografia, come la politica, non è un interesse specifico o un soggetto del mio lavoro. Sono entrambe inerenti al lavoro stesso, attraverso i materiali e le intenzioni che lo muovono.

Una mostra personale di Alice Guareschi apre alla Joey Ramone Gallery a Rotterdam il 28 aprile.

November 17, 2022