loading...

Dialogo sospetto tra Francesco João e Sven Sachsalber

Stefano Pirovano, Francesco João, Sven Sachsalber

Gli artisti parlano spesso tra di loro, e così fanno Francesco João e Sven Sachsalber, che abbiamo intercettato al telefono qualche settimana fa.

La trascrizione che segue riporta un dialogo telefonico intercettato il 22 maggio 2020 alle 12.03 grazie a una microspia piazzata da una nostra agente nello studio di Francesco João, a Milano. Per ragioni ancora da chiarire Francesco Joao [questo il link alla nostra intervista con lui, ndr.] ha chiamato il collega Sven Sachsalber a New York, dove quest’ultimo attualmente vive e lavora. Dal dialogo tra i due artisti emergono alcuni fatti molto sospetti. Per esempio, perché Sachsalber è preoccupato di essere messo in isolamento ed è così interessato alla doppia cittadinanza di João? Teme forse che il suo stato di artista italiano residente all’estero possa non essere visto di buon occhio dal Sistema? Per di più, si tratterebbe di un artista che pratica attività sportiva, il che è pure un fatto piuttosto anomalo, soprattutto al giorno d’oggi. Le tute di cui i due parlano sono in realtà copie di tessuto cucite sulla tela, come fossero altorilievi classici. Sono state esposte al pubblico lo scorso anno a New York da Ramiken, una galleria che tratta altri artisti emergenti sui quali pure si dovrebbe indagare. Tra questi c’è Jean Katambayi Mukendi. [Qui il nostro scritto su una mostra collettiva di cui Mukendi è stato parte, da Barbara Glastone a Bruxelles. La mostra è stata curata da Kasper Bosmans; ndr.]

Francesco João, Untitled, 2020. Courtesy the artist and Mendes Wood DM.
Francesco João, Untitled, 2020. Courtesy the artist and Mendes Wood DM.

Dell’intercettazione emerge anche che Sachsalber è stato a Napoli e ha visitato la Cappella di San Severo da cui avrebbe tratto ispirazione per un’opera legata alla figura di… Mario Cipollini! Ma gli artisti non dovrebbero stare con gli intellettuali? Cosa significa quest’altra anomalia? Anche la posizione di Francesco Joao non è del tutto chiara. Perché dice di pensare a Oliver Mosset quando vede il lavoro di Sachsalber? È probabile si tratti di un messaggio in codice.              

a painting in a dark room
Sven Sachsalber, installation view of Everything has one end but the sausage 2, at Bible New York. 2018. Courtesy of the artist and Bible, New York

Francesco João: Scusa il ritardo, non sono riuscito a chiamarti prima.

Sven Sachsalber: Non ti preoccupare per un italiano sei ancora in orario!

Francesco João: Io specificamente con gli orari sono il mix peggiore possibile!

Sven Sachsalber: Tu hai doppia cittadinanza?

Francesco João: Sì.

Sven Sachsalber: Sai se in questo momento io posso tornare in Sudtirol?

Francesco João: Se trovi un volo sì.

Sven Sachsalber: Mi metterebbero in isolamento?

Francesco João: Sì, ma potrebbe avere l’aspetto di una vacanza.

Sven Sachsalber: Io torno sempre un mese d’estate perché sono ossessionato per la bici.

Francesco João: Fai cose tipo downhill?

Sven Sachsalber: No, vado su strada con le bici da corsa. 

Francesco João: Anche a New York?

Sven Sachsalber: A New York è troppo pericoloso. Invece in Sud Tirolo… ho anche comprato una bella bici da competizione, è molto più divertente se hai del materiale performante. Anche se la mia passione sono le biciclette degli anni novanta, tipo la Cannondale di Cipollini del team Saeco. Lui è un personaggio controverso, ma quelle bici sono bellissime.

a fake bike racing suit
Sven Sachsalber “Buchhandlung Kalter König” installation view at Ar/Ge kunst, Bolzano, 2019. Photo: Tiberio Sorvillo, 2018. ©ar/ge kunst

Francesco João: Personaggi sportivi controversi, ma con attrezzatura sportiva bella. Buffon che scrisse “Boia chi molla” sulla maglietta del Parma nel ’99… 

Sven Sachsalber: …Ricordo, giocava con il numero 88.

Francesco João: Anche la tuta zebrata della nazionale tedesca di sci del 1994 con la scritta “Keine Macht Den Drogen” [Nessun potere alle droge , ndr.], come quella della pittura che hai presentato da Ramiken l’anno scorso. Bella quella. Mi pare senza controversie in questo caso… Ne fai un discorso legato alla narrazione attorno all’attrezzatura sportiva o ti interessa di più il discorso pittorico?

paintings on the wall
Sven Sachsalber, Racing Suits, Ramiken New York, 2019. Installation view. Courtesy the artist and Ramiken New York.

Sven Sachsalber: Molto spesso il caso influenza il mio modo di lavorare. Una sorta di “Momentum”. Tra gli anni ’90 e l’inizio del’00 ero poco più che un bambino; ho la passione del ciclismo e dello sci e il materiale sportivo di quegli anni mi piace perché di fondo c’è l’idea legata al desiderio di averlo. Abbiamo parlato prima del Team Saeco di ciclismo… l’anno scorso ho visitato la Cappella Sansevero a Napoli dove ci sono i modelli dell’apparato circolatorio di un uomo e di una donna. In qualche modo questa visita e il fatto che io vada in bicicletta mi hanno ispirato per uno degli ultimi lavori che ho fatto, una pittura raffigurante il body integrale rappresentante le fasce muscolari umane indossato da Cipollini durante il cronoprologo del Giro d’Italia del 2001. Non so se mi spiego; Io vado in bicicletta, poi vedo una cosa..  ogni tanto le cose succedono così. Poi nello specifico del lavoro con la tuta “muscolare” di Cipollini ho pensato anche fosse un passo oltre rispetto alle tute da sci zebrate della Germania. In una sono rappresentate delle pelli di animale, nell’altra ciò che sta sotto la pelle: è un po’ la chiusura di un cerchio.

Mario Cipollini at the Giro d’Italia in 2001.
18th century anatomical machine from the Chapel and Museum of Sansevero, Naples.
18th century anatomical machine from the Chapel and Museum of Sansevero, Naples.

Francesco João: la pelle, le fasce muscolari e le vene dell’apparato circolatorio. Hanno a che fare con lo sforzo fisico di una performance sportiva. Non so per quale strana associazione di idee, ma la prima volta che ho visto il tuo lavoro ho pensato ai Toblerone che si sciolgono di Mosset.

Sven Sachsalber: Quello è un lavoro bellissimo! Io me lo guardo spesso, mi piace tanto il suo modo di lavorare, e anche quello di Steven Parrino… poi dividevano lo studio. C’è un libro di Bob Nickas che ti consiglio, “The Dept. of Corrections: Collected Writings 2007-2015,” racconta proprio di quando si frequentavano, del loro interesse per la musica noise, mi piacciono queste cose…

Francesco João, Untitled, 2019. Courtesy the artist and Mendes Wood DM.
Francesco João, Untitled, 2019. Courtesy the artist and Mendes Wood DM.

Francesco João: Molti degli artisti a cui guardo di più sono legati alla scena musicale di quegli anni, uno di loro è sicuramente Robert Longo.

Sven Sachsalber: Longo mi piace sempre, sai cosa mi piace di più di Longo? il fatto che il lavoro sia fatto solo della carta con la sua leggerezza e del carboncino. Basta. E così va avanti, mi piace quando gli artisti fanno una cosa con un “dogma”, infatti mi piace anche Christopher Wool. Poi qualcuno mi ha regalato un catalogo su Francesco Lo Savio, anche lui mi piace molto e ovviamente Alighiero Boetti… forse lui è il mio artista preferito. 

Francesco João: Cioè, se ti chiedessero “che opera vuoi?”

Sven Sachsalber: Sceglierei un embroidery di Boetti.

Francesco João: Stupendi, particolarmente quelli piccoli. Secondo me quelli 30 x 30 cm sono i più belli. 

Sven Sachsalber: Una curatrice recentemente mi ha invitato a partecipare a uno di questi progetti online con una galleria che ha disponibilità di opere di Boetti, allora ho proposto al direttore di barattare un mio lavoro con un arazzetto con la promessa che glielo avrei restituito al compimento del mio 54esimo compleanno, la stessa età in cui è morto Boetti. 

Francesco João: Se passo da New York ti avviso.

July 15, 2020