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Genealogia della pittura, con Gritli Faulhaber

Dara Jochum

In uno sforzo costante di resistere alla dittatura dello stile, Gritli Faulhaber discute la pittura attraverso la pittura, ripensandone la storia

I dipinti di Gritli Faulhaber sono spesso composti da molti quadri più piccoli che condividono la tela e il suo telaio. Un vivido compendio di immagini raccolte viene disposto con disinvoltura, ma non casualmente. Sta su un piano di grandi dimensioni – spesso formando opere di tre o quattro metri di lunghezza – o, come nella mostra da Theta, a New York, su più opere più piccole. In un’impressionante parata di tecniche e stili, gli assemblaggi di Faulhaber discutono i parametri del mezzo pittorico e negoziano il suo rapporto con esso, tenero e ambivalente al tempo stesso.

MONTAGGIO: Stato cronico del divenire

Molte delle immagini utilizzate da Gritli Faulhaber nei suoi dipinti fanno parte di un archivio personale di fogli di carta stampati in formato A3. Si tratta di un’eredità dei tempi in cui era una studentessa e poteva stampare gratuitamente, un’eredità che nel corso degli anni ha assunto un’importante presenza fisica. Alcuni temi ricorrono; generi pittorici classici, opere storiche di donne pittrici, istantanee scattate con lo smartphone, screenshot, copertine di libri, capi di abbigliamento, frammenti di quotidianità. Nel 2023 Faulhaber ha presentato una serie di pannelli di grandi dimensioni in una doppia personale (con Costanza Candeloro) all’Istituto Svizzero di Milano. Le opere erano tutte senza titolo. In Ohne Titel (2) tre medaglioni ovali dell’illustratrice erotica danese Gerda Wegener vengono accostati a una citazione della pittrice contemporanea Maximiliane Baumgartner, a uno schizzo di Cardi B, e a un ritratto di una madre con il figlio. Nonostante la ricchezza di immagini, gran parte dello sfondo è lasciato vuoto, o addirittura scherzosamente dipinto di bianco, in una sorta trompe l’oeil che simula il vuoto. Una piccola lumaca, forse ma non necessariamente un cenno a Krebber, si trova comodamente al centro dello spazio. Faulhaber intreccia le vignette in modo armonioso, seguendo una “coreografia delle emozioni” in cui ogni composizione scorre con un ritmo distinto, pur rimanendo giocosa e leggera.

Gritli Faulhaber
Gritli Faulhaber, Ohne Titel (2), 2023. Oil on canvas, 205 x 320 cm Installation view: C & G, Istituto Svizzero, Milano (with Costanza Candeloro). Photography by Giulio Boern.

Che effetto fa il dipinto di una maglietta Billabong accanto a un ritratto della pittrice impressionista Berthe Morisot? Cosa succede a un’immagine quando viene vista in prossimità di un’immagine di natura molto diversa da questa? Per Gritli Faulhaber, in effetti, tutte le immagini hanno lo stesso significato, indipendentemente dalla loro età o dal contesto in cui si trovano. Nel 2019, per descrivere la de-gerarchizzazione di tutti i media nell’era della comunicazione istantanea, Jack Self ha coniato il termine Big Flat Now. In un’epoca di post-informazione, dove tutto è accessibile in ogni momento, il contemporaneo emerge come categoria di riferimenti giustapposti sempre coevi. Se il montaggio, un termine entrato nel vocabolario culturale attraverso il cinema di sinistra all’inizio del XX secolo e utilizzato per descrivere la frizione creata dall’accostamento di contenuti apparentemente non correlati, poteva un tempo essere contrapposto all’organizzazione curatoriale, ossia a un mezzo per evidenziare l’analogia, mi chiedo se questa distinzione regga oggi, vale a dire in un sistema culturale appiattito, dove creazione e consumo si fondono in un continuum tendenzialemente fluido.

Quella che una precedente generazione di artisti avrebbe potuto considerare una scoraggiante proposta esistenziale, ossia che non esiste nulla che non sia già stato fatto e che quindi non esiste l’autenticità, nell’opera di Gritli Faulhaber si tinge invece di ottimismo da acquisto compulsivo. Se nulla è stato fatto prima, tutto è possibile. È nell’atto del montaggio, o della selezione, che il nuovo emerge nelle infinite connessioni possibili tra ciò che già esiste. Per una generazione cresciuta con i social media “costruirsi con le immagini” è diventato il modus operandi del consumo culturale. Perciò anche i pannelli di Faulhaber potrebbero essere letti come una sorta di autoritratto, che rivela uno scorcio delle sue abitudini, dei suoi pensieri, del suo contesto pittorico.

STILE: La sensazione di disagio storico, la critica mainstream, i loop di disuguaglianza, i riferimenti infiniti, la perdita di sincerità, l’abuso di potere o semplicemente un dipinto verde

Ma l’obiettivo di Gritli Faulhaber sembra molto meno solipsistico di quel che sarebbe una mera autorealizzazione. I dipinti tornano alla pittura stessa. Faulhaber dice di essere “non pittrice, ma piuttosto artista la cui materia di ricerca è il dipingere”, spiegando così come il suo rapporto con il mezzo pittorico, grave per tradizione, sia in realtà sempre messo in gioco. È attraverso questo sguardo dall’esterno che non solo si muove l’eclettismo dei suoi soggetti, ma anche quello della sua tecnica.

Nella mostra intitolata The Living, da Theta, a New York, la pennellata di Gritli Faulhaber passa da un olio delicato e impressionista a un impasto pesante, a volte usando fondi collosi e strutturati e a volte non usandone affatto. Quando le si chiede del suo lavoro una delle prime cose di cui parla Faulhaber è l’incombente pressione della tradizione pittorica tedesca, strettamente codificata perché l’artista coltivi uno stile inconfondibile. Per alcuni anni, in ragione di tale pressione, Faulhaber ha persino abbandonato la pratica pittorica. Ma non appena ha lasciato la scuola d’arte è tornata a dipingere, questa volta lasciando che i suoi sentimenti, contrastanti nei confronti di un mezzo da cui si sentiva comunque attratta, prendessero il sopravvento.

Meno interessata alla firma e più alle molteplici possibilità del mezzo, Gritli Faulhaber impiega una serie di tecniche differenti per raccontare storie diverse, in sintonia con il modo in cui un determinato soggetto scorre sulla tela. L’immagine di un neonato che gioca sulle ginocchia della madre può richiedere una sensibilità diversa rispetto a un paesaggio o a un’illustrazione tratta da un manuale di istruzioni per il lavoro a maglia. Appropriandosi dello stile da una distanza critica, Faulhaber ha la libertà di avvicinarsi al suo soggetto da un punto di vista che può essere di riflessione, ammirazione, umorismo o persino ironia. Come provare costumi diversi per adattarsi a ruoli diversi.

Una delle vignette ridipinte in Ohne Titel (1) offre una versione della speciale pittura “a punti” sviluppata da Gritli Faulhaber per una serie intitolata Militant Joy. Nel 2020, costretta a letto da una grave malattia autoimmune, Faulhaber ha infatti iniziato a dipingere punti colorati. Nel corso degli anni questa serie è diventata una sorta di strategia di coping; ogni volta che non poteva lavorare, riusciva comunque a produrre i puntini, giurando di farlo solo se non c’erano alternative. Ironia della sorte, questi sono forse i lavori che più rispondono al dovere dello stile riconoscibile, e le opere attualmente più ricercate dai collezionisti. Così, in Ohne Titel (2), ridipingendo una versione simile a uno schizzo, Faulhaber fa autoironica, prendendo con umorismo la propria posizione nel mercato dell’arte.

Gritli Faulhaber
Gritli Faulhaber, Militant Joy 29, 2022. Oil on canvas, 40 x 50 cm. Courtesy of the artist and Sweetwater Gallery, Berlin.

In uno sforzo costante di resistere alla “firma” che definisce l’identità, Gritli Faulhaber si pone contro una nozione di storia dell’arte le cui convenzioni e parametri sono stati a lungo definiti da strutture patriarcali. Rifiutare la stasi e abbracciare una modalità del divenire, della fluidità, le permette di esplorare la pittura al di là del suo soggetto, evidenziandone così i contesti socio-politici. E questo diventa, inevitabilmente, lo stile Faulhaber.

REPETITION/LEARNING: Was verwelkt bereits als Knospe?

Molte delle immagini dipinte da Gritli Faulhaber sono reinterpretazioni di opere di donne pittrici, alcune molto note e altre meno. Nel corso degli anni artiste come Berthe Morisot, Gerda Wegener, Lotte Laserstein, Pippa Gardener sono via via diventate figure ricorrenti, che in qualche modo accompagnano l’opera di Faulhaber. Nel ridipingere la pittura, l’artista non è interessata a riprodurre una certa immagine con esattezza. Piuttosto, Faulhaber si limita ad accennare, attraverso pennellate simili, oppure schizzi. Non si vuole evocare l’aura dell’originale, anche se i motivi si orientano verso l’originale, più come una miniatura o un collegamento ipertestuale, guidati dall’ammirazione o da un sentimento di affinità. Per quanto i loro contenuti stiano fuori dal tempo, la grande logica piatta dei millennial si fa sentire anche qui, in certi momenti, come un disegno di Berthe Morrisot all’asta “screenshottato” da un iPhone. Analogamente al modo in cui le immagini vengono consumate attraverso gli schermi nel XXI secolo, le vignette di Faulhaber consentono allo spettatore di accedere a un’immagine che intende solo essere riferimento a qualcosa, senza mai sostituire il reale.

Gritli Faulhaber
Gritli Faulhaber, Ohne Titel (Gerda Wegener, Ebay Glove Rests, B.M., Wind), 2023. Oil on canvas, 51¼ x 61 in. Courtesy of the artist and Theta, New York. Photography by Stephen Faught.

Cosa si ricrea, dunque, attraverso questo gesto di imitazione? Diremmo che si tratta di un appello a guardare queste immagini, un omaggio alla loro esistenza e un tentativo personale di apprendimento. Gritli Faulhaber è interessata a ciò che è trascurato o poco riconosciuto. Anche nell’opera dei suoi idoli l’artista cerca i “lati B”, come dice lei stessa: opere meno conosciute, che sembrano mettere in discussione i parametri della pittura al di là del soggetto; dove la pittura diventa strana, scivolosa, riflettendo le proprie condizioni sociali e culturali.

Gritli Faulhaber
Gritli Faulhaber, Ohne Titel (Berthe Morisot, unknown woman at work), 2023. Oil on canvas, 20 x 16 in. Courtesy of the artist and Theta, New York. Photography by Stephen Faught.

Da Theta Gritli Faulhaber ha presentato, tra l’altro, anche una collezione di dipinti di piccole dimensioni che ritraggono il verso di certi dipinti. Accennando alla possibilità di un dipinto che dà le spalle alla parete, questa serie sembra essere per The Living una sorta di fil rouge. Intitolati “Was verwelkt bereits als Knospe?” (Cosa appassisce già sul nascere?) questi dipinti distolti potrebbero essere letti come un commento critico sulla storiografia dell’arte, dove la visibilità ha a che fare tanto con il genere o la classe sociale dell’artista, quanto con la sua abilità. Sebbene il gesto di Faulhaber potrebbe essere liquidato come una semplice rivisitazione di certe narrazioni storiche, o come un nuovo racconto di un canone inclusivo di posizioni non maschili, l’interesse dell’artista per il non visto sembra molto più sentimentale di quanto una mera dimostrazione di virtù politica potrebbe apparire. Direi che l’interesse di Faulhaber per queste immagini è personale e immediatamente guidato dal sentimento. Si avverte un particolare tipo di affetto per i dipinti, non solo perché son state delle donne ad eseguirli, ma perché, in qualche modo, Faulhaber si sente attratta dalla quiete, dal non completamente afferrabile, dalla lotta visibile contenuta nel tipo di pittura che inciampa su se stessa. Immagini che si scontrano con le nozioni di ciò che un dipinto dovrebbe o non dovrebbe essere; parlano una lingua diversa o, come probabilmente direbbe Faulhaber, scorrono con un ritmo diverso.

Gritli Faulhaber
Gritli Faulhaber, Was verwelkt bereits als Knospe? Theta, New York, Installation View, 2024. Courtesy of the artist and Theta, New York. Photography by Stephen Faught.

March 22, 2024