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La via di Nicola Erni alla fotografia di moda è una collezione d’arte (un’intervista)

Stefano Pirovano

Nicola Erni vede la fotografia di moda attraverso una lente molto diversa da quella di direttori artistici o giornalisti; ecco quel che ha trovato.

Sono venuto a conoscenza della collezione di fotografie di Nicola Erni (Nicola Erni Collection) casualmente, qualche mese fa, mentre mi trovavo a Zurigo per lo Zurich Art Weekend. Ma quando ho deciso di prendere l’auto per raggiungere Steinhausen, che da Zurigo dista non più di mezz’ora, mi aspettavo tutto fuorché di incontrare una mentalità collezionistica così peculiare. Dell’ approccio di Nicola Erni alla fotografia di moda leggerete nell’intervista che segue. Qui credo valga la pena di soffermarsi qualche istante sulla natura dell’involucro che contiene la collezione.

Nicola Erni
External view, Nicola Erni Collection.
Interior view, Nicola Erni Collection.

Piuttosto che un museo tecnicamente funzionale, come potrebbero essere la Fondation Beyeler (nella parte di Renzo Piano, mentre si attende che apra quella progettata da Peter Zumthor), o persino la nuova ala della Kunsthaus di Basilea (Chipperfield), la sede della collezione Erni (Senn Architekten AG) assomiglia a un hotel, i cui spazi comuni sono pensati per la convivialità, oltre che per l’esposizione. Come se si trattasse di parlare a degli ospiti, piuttosto che a dei visitatori. Le stanze sono arredate, non attrezzate, e il bancone all’ingresso sembra più una concierge che una biglietteria. Ed è proprio questo cambio di prospettiva a far riflettere, perché è lo stesso che poi si ritrova nell’approccio collezionistico.

Nicola Erni guarda infatti alla fotografia di moda da una prospettiva diversa da quella degli art director, dei giornalisti, e dei clienti delle boutique. L’immagine che per un frammento relativamente breve di tempo è stata sulla pagina di una rivista, per poi cadere nell’oblio, ricompare, forse sarebbe meglio dire che rinasce, elevata a uno stato in qualche modo superiore. Dalla pagina alla parete il passo è grande, così la fotografia cresce di dimensione, acquisisce una cornice, rivela di sé quel che i caratteri a stampa avevano sacrificato (sempre con la complicità del fotografo); ma, attenzione, senza mai tradire la sua natura originaria. Allora signori, non è forse anche questo un modo per soddisfare quella medesima esigenza che accomuna i grandi collezionisti di ogni epoca, ossia il senso della scoperta? Il collezionista “vede”, prima di raccogliere.  

Ciò che mi ha colpito visitando la tua collezione è come l’essenza di un’immagine possa cambiare quando viene stampata in grande formato, incorniciata adeguatamente e “trasferita” in un museo. Il suo valore artistico viene in qualche modo rivelato e amplificato. Quando si tratta di stampare da negativi originali, come decidi le dimensioni, il formato e l’inquadratura di quelle foto che, ad esempio, sono state scattate originariamente per la copertina di una rivista o facevano parte di un servizio fotografico? 

Quando si tratta di stampe da negativi originali, decido le dimensioni e il formato in base a come sento che l’immagine risulterà meglio. Mi affido al mio istinto; a volte decido in base allo spazio in cui verrà appesa o alla parete su cui si adatterà perfettamente. Per le cornici, lavoro con lo stesso corniciaio da anni ed è sempre un piacere scegliere insieme a lui, per lo più nel suo studio. In generale, preferisco mantenere l’incorniciatura semplice. Attualmente abbiamo una parete dedicata alla giustapposizione tra le stampe originali e le copertine delle riviste, rivelando il loro valore artistico.

Quella parete è affascinante. Rivela tutto il valore artistico di un’immagine che le persone sono abituate a vedere come parte di un oggetto relativamente economico, ovvero una rivista di moda. L’usa e getta si trasforma magicamente in eterno. Ti sei assunta una grande responsabilità…

Installation view, Mix & Match exhibition. Courtesy of Nicola Erni Collection.

Quando è possibile, sei solita instaurare un rapporto con i fotografi che collezioni ? 

Sì, una delle mie priorità quando inserisco un artista nella mia collezione è incontrarlo, conoscerlo e comprendere il suo lavoro, la sua tecnica, ecc. Può capitare che, dopo aver parlato con gli artisti, decida le dimensioni delle stampe. 

Potresti scegliere una fotografia della tua collezione e spiegarci perché ti piace?

Emma Summerton, Janice with a Lister Lady, per Vogue Australia, 2014. Questo è stato il primo lavoro che ho acquistato di Emma Summerton, e in seguito abbiamo instaurato una grande amicizia e creato una collezione insieme. Ho visto l’immagine per la prima volta su una rivista e mi ha colpito immediatamente. Con i graffiti di Anthony Lister sullo sfondo, mi ha ricordato i graffiti realizzati a New York tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 da artisti come Jean-Michel Basquiat e Keith Haring. Sono sempre interessata a scoprire giovani fotografi di moda.

Chi sono i giovani fotografi di moda che ti interessano al momento?

Ho dedicato un capitolo della mostra Mix & Match alla nuova generazione di fotografi di moda come Tyler Shields, Tyler Mitchel, Carlijn Jacobs, Nadine Ijewere e Harley Weir. Seguo con grande interesse l’evoluzione del loro lavoro.

Cosa pensi che caratterizzi questa nuova ondata di fotografi di moda?  

La nuova era della fotografia di moda riflette lo spirito del tempo e apre un dibattito su temi attuali della società raccontati attraverso le lenti della fotografia e della moda. Anche i nuovi media e i cambiamenti tecnologici stanno definendo questo capitolo. Fotografi come Carlijn Jacobs lavorano con l’intelligenza artificiale, lei ha scattato la prima copertina di Vogue che utilizza l’IA. Altri, come Harley Weir, lavorano principalmente con fotocamere analogiche, quasi come un contro-movimento ai rapidi progressi tecnologici.

Considerati questi cambiamenti in atto, che influiscono sulla creazione ma anche sulle modalità in cui interagiamo e facciamo esperienza delle immagini, come descriveresti la fotografia di moda di oggi?

Con l’avvento dei social media e degli influencer, la fotografia di moda è diventata un flusso di immagini che vanno e vengono molto velocemente. Molto più di quanto non facessero prima. Le vediamo infatti più spesso sullo schermo dei nostri telefoni, attraverso i social media, che nelle versioni cartacee delle riviste. I fotografi che si concentrano sulla moda sono ormai rari, poiché la richiesta da parte dei media a stampa è diventata scarsa. Le riviste cartacee sono diventate sempre più sottili anno dopo anno e i media digitali hanno preso il sopravvento. Il tempo e la professionalità di un fotografo di moda non sono più così richiesti. Sono curioso di vedere come l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie influenzeranno questo settore in futuro.

Nicola Erni
Installation view, Mix & Match exhibition. From left, works by Arthur Elgort, Pipilotti Rist, Tim Walker. Courtesy of Nicola Erni Collection.
Installation view, Mix & Match exhibition. Courtesy of Nicola Erni Colletion.

Seguendo la tua chiara visione, potrebbe sembrare che il ruolo un tempo svolto dal fotografo di moda sia ora svolto dai creatori di contenuti e dagli influencer, mentre la fotografia in sé è diventata una pratica meramente artigianale al servizio di questi nuovi attori, mentre la stampa cartacea sta lentamente scomparendo. Apriresti la tua collezione ai blog di moda e agli account Instagram a un certo punto?   

Il nostro sito web offre una panoramica chiara e dettagliata della mia collezione e della mia filosofia. Le visite guidate sono aperte al pubblico e possono essere prenotate direttamente sul nostro sito web. È sempre un piacere accogliere un vasto pubblico proveniente da ogni background, appassionato di arte e con interessi comuni nella fotografia e nell’arte contemporanea. Uno dei fotografi più rappresentati nella collezione è Scott Schuhman (@thesartorialist). Ha iniziato la sua carriera pubblicando fotografie di street style sul suo blog negli anni 2000.

So che stai per pubblicare un nuovo libro. Ti andrebbe di presentarlo?

Con piacere! La pubblicazione si intitola “Mix & Match: Fashion Photography meets Contemporary Art”. Sono molto grata all’editore Phaidon che ha fatto un ottimo lavoro. Riflette perfettamente la mia filosofia di collezionista e il modo in cui mescolo e abbino costantemente fotografia e arte contemporanea nelle mostre che realizzo con il mio team alla Nicola Erni Collection. Il libro offre una panoramica dettagliata sulla storia della fotografia di moda dagli anni ’30 ad oggi. Il design è colorato e gioioso, proprio come il modo in cui espongo le opere nel mio museo. Non vedo l’ora che esca il 10 settembre.

Nicola Erni
Installation view, Mix & Match exhibition. Courtesy of Nicola Erni Colletion.
Mix & Match: Fashion Photography meets Contemporary Art, Phaidon Press, Nicola Erni Collection, London, 2025.

Collezioni anche libri di fotografia? Potresti descrivere che criteri utilizzi per sceglierli?

Sì! La nostra biblioteca conta più di 5000 pubblicazioni, molte delle quali sono riviste di moda come Vogue e Harper’s Bazaar dagli anni ’50 ad oggi. L’accento è posto sulla fotografia, senza tralasciare libri importanti sugli artisti della collezione. Mi concentro principalmente sui libri relativi agli artisti presenti nella collezione e sui temi che hanno un legame diretto con la fotografia e l’arte contemporanea.

È probabile che tra qualche anno molti importanti archivi fotografici, sia di fotografi di moda professionisti che di riviste, dovranno trovare qualcuno che se ne occupi. Come collezionista e proprietaria di un museo, sei interessata a questo aspetto?

Finora non ho approfondito questo aspetto del collezionismo, inoltre non si è ancora presentata un’occasione del genere.

September 26, 2025