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Arte contemporanea africana al MACAAL: parla Othman Lazraq

Ricko Leung

Abbiamo intervistato Othman Lazraq, direttore del MACAAL di Marrakech, per capire come sta evolvendo il nuovo polo dell’arte africana

Fondato nel 2016, il Museum of African Contemporary Art Al Maaden (MACAAL) di Marrakech è un’istituzione indipendente e senza scopo di lucro, oltre a essere tra i primi musei fondati da collezionisti privati nel continente africano. Figlio del collezionista multimilionario Alami Lazraq, Othman Lazraq ha ereditato la passione del padre. Sotto la sua direzione, per esempio, MACAAL ha organizzato un concorso fotografico rivolto agli artisti africani. Lo abbiamo intervistato, per approfondire le ragioni della sua passione per la fotografia contemporanea africana, per conoscere il suo punto di vista sul mercato dell’arte e sulla scena artistica africana contemporanea, e per sapere in quale direzione andrà il MACAAL nei prossimi anni.

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Othman Lazraq. Photo: Saad Alami.

Com’è nato il suo interesse per l’arte?

Othman Lazraq: I miei genitori collezionano opere d’arte moderna e contemporanea sin da quando ho memoria. Sono cresciuto in mezzo all’arte, vedendo la raccolta di famiglia ampliarsi, arricchendosi e diversificandosi nel corso del tempo. Così è nata in me la passione per il collezionismo, e in particolare per la fotografia. La prima opera che ho comprato è stata una foto di Leila Aloui, un’artista purtroppo scomparsa nel 2016 che era anche una cara amica.

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Leila Alaoui, Souk de Boumia, série Les Marocains, 2011. Tirage lambda sur papier baryté, 80 x 60 cm. Collection Fondation Alliances.

Può spiegare il suo interesse per la fotografia africana? Perché ne ha fatto il cuore della sua collezione?

Othman Lazraq: La creatività relativa all’Africa è, per esteso, il “trait d’union” della collezione e delle mostre organizzate a MACAAL. Grazie alla mia sensibilità riguardo alla fotografia contemporanea africana, essa è diventata sempre più presente nella collezione, facendosi spazio tra gli altri media, come la video arte e le installazioni. Riguardo alla fotografia, ciò che mi ha attratto di più è quanto possano essere coinvolgenti e accessibili sia le opere sia gli artisti stessi. Sono infatti necessari meno codici e conoscenze per avvicinarsi a una fotografia di quanti ne servano invece per comprendere un dipinto, un video sperimentale, una scultura, o un’installazione. A mio parere, la fotografia è il mezzo più rappresentativo della nostra generazione e, per esteso, del ventunesimo secolo.

Perciò ha organizzato La Chambre Claire, un concorso fotografico per artisti africani. Che riscontri ha ottenuto?

Othman Lazraq: Lanciato nel 2013, La Chambre Claire è un concorso fotografico di cui sono orgoglioso poiché è a sostegno della creatività africana emergente. Nel corso di sei edizioni, abbiamo mobilitato una giuria multidisciplinare per unire le loro capacità e i loro punti di vista, al fine di selezionare un vincitore e assegnare delle menzioni speciali. Fornendo i mezzi necessari per la presentazione, lo sviluppo e la diffusione della loro espressione visiva, nonché un premio in denaro, l’Lcc Program – La Chambre Claire ha cambiato nome in Lcc Program nel 2017 – si è dimostrato essere, nel corso degli anni e sul piano professionale, un efficacie trampolino di lancio per ciascuno dei vincitori.

Il programma ha subito un rebrand nel 2017, con l’obiettivo di ottimizzare la visibilità e l’orientamento professionale, sia per i vincitori sia per coloro che hanno ricevuto la menzione speciale, nonché per tutti i candidati partecipanti. Nell’intento di stabilire un coerente processo di adattamento all’ecosistema artistico del continente Africano, con le successive evoluzioni del concorso abbiamo voluto favorirne condivisione, professionalizzazione e trasferimento delle conoscenze, portando il tutto al centro dell’iniziativa. Infatti, con Welcome Home Vol. II,  la nostra mostra attualmente in corso, abbiamo allestito un’intera stanza con foto, video e materiale d’archivio, il tutto dedicato alla comunità dell’Lcc Program, dai suoi esordi fino a oggi. Per darvi un’idea del suo impatto, da quando nel 2018 abbiamo organizzato Des rives – la mostra di Maya-Inès Touam, la nostra ultima vincitrice – l’artista ha poi partecipato a diverse mostre collettive sia in Marocco che a livello internazionale, come il Lagos Photo Festival, oltre ad aver ottenuto candidature a premi prestigiosi. Al fine di rafforzare il nostro impegno, lanceremo presto una nuova edizione di Lcc Program.

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Welcome Home Vol. II, MACAAL, 2020 – C. Ayoub El Bardii.

Quali sono i fotografi africani a cui prestare attenzione?

Othman Lazraq: Siucramente Lebohang Kganye, Maya-Inès Touam, M’hammed Kilito, Phumzile Khanyile e Othmane Bengebara.

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MACAAL Marrakech. Photo: Omar Tajmouati.

Come vede lo sviluppo dell’arte contemporanea in Africa negli ultimi dieci anni? In che fase ci troviamo?

Othman Lazraq: L’arte contemporanea africana ha conosciuto un esponenziale aumento di popolarità a partire dalla metà degli anni 2000, con il conseguente aumento dei prezzi e delle richieste da parte dei musei di acquisire opere di artisti africani. Ciò ha portato alla nascita di diverse istituzioni e organizzazioni a livello globale, tutte specializzate nell’arte contemporanea derivante dal continente africano. Tra le tante, ci sono lo Zeitz MOCAA, in South Africa, e la 1-54 Contemporary African Art Fair, che si tiene a Londra, New York, e ora anche a  Marrakech.

[Qui il link alle nostre impressioni dopo aver visitato lo Zeitz MOCAA di Cape Town e aver intervistato il suo ex direttore, Mark Coetzee. Ndr]

Inoltre, sin dalla fine del ventesimo secolo, ma più esponenzialmente nel corso dell’ultimo decennio, l’offerta culturale della città di Marrakech si è notevolmente arricchita, in particolare grazie all’apertura di diverse istituzioni culturali e artistiche di fama mondiale. Oggi la città conta una ventina di istituzioni, tra musei e fondazioni d’arte, oltre a più di trenta gallerie. Marrakech ospita inoltre eventi culturali e artistici di portata internazionale, come il Marrakech Film Festival, rassegne teatrali, e On Marche, un festival di danza contemporanea, per non parlare degli innumerevoli tesori culturali nascosti in giro per la città. Tutti questi eventi contribuiscono attivamente alla rivitalizzazione delle attività culturali di Marrakech, che viene ormai considerata una delle città più ricche dell’Africa settentrionale.

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Phumzile Khanyile, Smoke, série Plastic Crowns, 2016, Inkjet print on cotton rag paper, 69 x 104 cm. Collection Fondation Alliances.

Come crede sia evoluto il mercato dell’arte contemporanea in Africa nell’ultimo decennio?

Othman Lazraq: Il mercato dell’arte in Africa è cresciuto notevolmente all’inizio del ventunesimo secolo, grazie soprattutto alla proliferazione di gallerie d’arte, case d’asta, fiere e biennali d’arte (sono 17, tra fiere e biennali, le rassegne nate dopo il 2000). Sono loro ad aver rafforzato il mercato e attratto il pubblico di tutto il mondo. 

Il Marocco cresce lentamente, ma ogni anno vengono aperte nuove gallerie e iniziative di stampo artistico. L’arrivo di 1-54 Contemporary African Art Fair a Marrakech è stato determinante al fine di posizionare il Marocco come un elemento chiave della scena artistica africana.

I collezionisti d’arte internazionali sono attivamente presenti nel mercato dell’arte contemporanea africana sin dai primi anni 2000. Dall’inizio del ventunesimo secolo, i collezionisti africani si sono moltiplicati, e questo in particolare grazie alla crescita di numerose gallerie, biennali e fiere d’arte, non solo inerenti al continente ma anche a livello internazionale.
Tuttavia, questo ecosistema è ancora fragile, e ciò è in parte causato da una grave mancanza di sostegno e finanziamento. A tal proposito, gli Stati africani investono poco o nulla nella produzione culturale. Quando si tratta di trovare fondi per realizzare un progetto, che si tratti di fiere, biennali o progetti di singoli artisti, devono, con fin troppa frequenza, chiedere aiuto all’Occidente. Come ha sottolineato il critico d’arte Ngoné Fall, questo è un vero handicap che persiste.

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Othmane Bengebara, Our Own Land, 2020. Collection Fondation Alliances.

In che modo crede che MACAAL contribuisca alla promozione a livello locale e internazionale dell’arte contemporanea africana? 

Othman Lazraq: Secondo il nostro punto di vista, l’arte è un bene comune, ed è per questo che a MACAAL lavoriamo secondo una logica di condivisione, sostegno reciproco e networking. Nel far ciò partecipiamo allo sviluppo di Marrakech come hub continentale e internazionale per l’arte africana, prestando opere d’arte, collaborando con istituzioni pubbliche e private e prendendo parte ai maggiori eventi del mondo dell’arte. Offriamo inoltre mostre di qualità, realizzate in collaborazione con curatori affermati. 

Che si tratti di finanziare la produzione di un’opera d’arte o di offrire visibilità attraverso mostre, conferenze e residenze, supportiamo poi gli artisti attraverso livelli differenti. Per esempio, diamo la precedenza e incoraggiamo fortemente le creazioni site-specific, ed è con questo obiettivo che nel 2019 abbiamo lanciato la Residenza MACAAL.

Inoltre, desideriamo vivamente democratizzare l’accesso all’arte. Per questo stiamo cercando di sviluppare un’importante mediazione culturale a favore di tutti gli ambienti sociali. Anziché educarlo, per esempio, riguardo alle diverse tendenze, preferiamo aiutare il visitatore a percepire, sperimentare e dialogare con le opere. Offriamo inoltre visite guidate e attività legate alle mostre, come laboratori, incontri con artisti, proiezioni, conferenze, concerti, spettacoli e altro ancora, prestando particolare attenzione al pubblico giovane, per il quale organizziamo due visite scolastiche a settimana (che corrispondono a oltre 300 studenti per mese).

Inoltre, MACAAL si sta espandendo al di fuori dei propri spazi espositivi, in modo da incontrare nuovi territori e nuovi possibili fruitori dell’arte. Comprendendo la sua azione sociale e culturale in uno spirito di rete e partnership, il museo vuole sviluppare e coltivare le sue interazioni con le istituzioni culturali e artistiche nazionali e internazionali. Su scala locale, MACAAL lavora a stretto contatto con diverse istituzioni – tra cui la Montresso* Art Foundation, il museo Yves Saint Laurent, il French Institute, lo spazio culturale LE 18 Marrakech – ed è associato agli eventi chiave della città di Marrakech. A livello internazionale, il team del Museo è regolarmente chiamato a partecipare a fiere, biennali, simposi, conferenze, talk e altri eventi culturali. Progettiamo infine mostre internazionali in collaborazione e con partner specifici per poter accompagnare gli itinerari delle nostre mostre.

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HAVE YOU SEEN A HORIZON LATELY, MACAAL, 2020. Photo: Omar Tajmouati.

Ci sono altri musei privati in Africa, come lo Zeitz MOCAA, definito da molti ‘il MoMA del continente africano’. Cosa pensa a riguardo?

Othman Lazraq: Lo Zeitz MOCAA è sicuramente il faro del continente africano, ed è una meravigliosa iniziativa che contribuisce alla promozione dell’arte contemporanea africana nel continente e nel mondo. Ho avuto il piacere di assistere all’inaugurazione dello Zeitz, che mi ha portato anche a scoprire e interagire con la vivace scena artistica di Cape Town.

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Daniel Otero Torres, Lluvia, 2020. Installation, various materials, 435 x 610 x 700 cm. Photo: Omar Tajmouati.

Cosa farà il MACAAL nei prossimi cinque anni? 

Othman Lazraq: Il mio sogno è unirmi con tutti i sostenitori dell’arte africana contemporanea (fondazioni, istituzioni, gallerie e curatori) al fine di creare una piattaforma che difenda, supporti e promuova l’arte del nostro continente, nel continente stesso. Vorrei che lavorassimo fianco a fianco, unendo le nostre voci per costruire una base forte e impegnata. Oltre a essere un linguaggio universale, l’arte è una piattaforma liberatoria su cui non ci sono confini. In tal senso, la creazione di un network artistico in Africa darà alla prossima generazione di artisti, critici e curatori africani la possibilità di sviluppare e proteggere i loro sogni nella loro patria, garantendo una permanenza nel tempo per le loro iniziative.

November 2, 2021